Il pensiero creativo è una competenza trasversale alla portata di tutti e non solo di personalità artistiche o talentuose. In questo articolo vedremo se e come è possibile sviluppare il pensiero creativo a scuola.

Il pensiero creativo si manifesta in ricchezza ideativa, sensibilità alla comprensione di problemi e elasticità nel ristrutturarli.
È una facoltà fondamentale perché l’individuo cresca consapevole e libero di abitare il suo mondo, senza subire passivamente le costanti trasformazioni dell’ambiente, ma sfruttandole per innovare.
Secondo quanto riportato nel libro Who Killed Creativity? dall’esperto di innovazione Andrew Grant, negli ultimi trent’anni è stata osservata una riduzione del quoziente creativo.
Un fenomeno che si rileva anche con il variare dell’età. Se il 98% dei bambini tra i 3 e i 5 anni è considerato genio divergente, la percentuale si riduce drasticamente con la crescita, fino ad arrivare solo al 2% degli adulti sopra i 25 anni.
Stiamo quindi vivendo una crisi della creatività? La produzione ideativa spontanea può essere allenata nei bambini e anche negli adulti per superare questa crisi?
Sono domande impegnative. È certamente possibile promuovere giochi creativi che aiutino il pensiero divergente a scuola, a casa, nei momenti più diversi, anche quando noia o stanchezza sembrano prendere il sopravvento.
Come allenare il pensiero creativo a scuola?
Una proposta consiste nell’organizzare per un’ora alla settimana un laboratorio di allenamento delle competenze, proprio finalizzato allo sviluppo della creatività.
Validi riferimenti per queste attività sono le opere dello scrittore Gianni Rodari e del designer Bruno Munari, esempi di creatività verbale e visuo-spaziale.
Altri suggerimenti pratici vengono forniti da Altisensi, impresa sociale milanese che si occupa di sviluppo del pensiero divergente.
Si può partire da una semplice linea disegnata alla lavagna, sulla quale i bambini sviluppano un’idea (la scritta «Shopping» con abiti appesi alla linea), oppure un qualsiasi oggetto, tipo una sedia, che può trasformarsi in un altro oggetto con usi completamente diversi da quello della seduta.

Questo esercizio consente ai bambini di dialogare insieme, sviluppare idee, esprimere pensieri e condividere racconti, svelando tratti di se stessi latenti e nascosti alla scuola.
Si possono quindi condividere idee su qualcosa anche di “assurdo”, dove la regola base è che tutte le idee vanno bene.
Perfino la “sciocchezza” va presa in considerazione e non repressa in quanto rappresenta un punto di vista diverso e utile per intraprendere, eventualmente, anche nuove vie (ri-valutare l’errore).
Nella pratica
Partendo dagli spunti e dai concetti riportati sopra, nella mia scuola (a Pordenone) abbiamo sperimentato laboratori settimanali di creatività durante il normale orario scolastico.
Il funzionamento di questi laboratori è semplice. I bambini, dopo un input iniziale, venivano lasciati liberi di dare spazio a tutte le loro intuizioni e idee.
Analizzando i risultati ottenuti si è potuto osservare quanto i bambini si siano messi in gioco, anche quelli con maggiori difficoltà relazionali e linguistiche.
Sono stati molto attivi e costruttivi anche bambini che normalmente partecipano poco alle attività di classe.
L’esperienza si è dimostrata quindi positiva, ma perché sia efficace dovrebbe essere realizzata con continuità nell’arco dell’anno e non lasciata ad un evento sporadico.
Approfondimenti
Esistono molti libri interessanti sul pensiero creativo. Ne cito almeno due:
- Creatività e pensiero laterale di Edward De Bono;
- Fantasia. Invenzione, creatività e immaginazione nelle comunicazioni visive di Bruno Munari.
Molto interessante è anche la tesi di dottorato di Letizia Della Zoppa, intitolata Risorse e limiti nell’utilizzo del pensiero creativo: uno studio sulle relazioni tra creatività, autostima e ansia nella scuola primaria. È disponibile online nel sito dell’Università Milano Bicocca.
Segnalo infine la ricerca sperimentale sull’allenabilità del pensiero divergente condotta nel 2018 in diverse scuole milanesi, in collaborazione con il team di ricerca Brains4CARS dell’Università degli Studi di Milano. I risultati sono riportati in The effects of a cognitive pathway to promote class creative thinking. An experimental study on Italian primary school students, disponibile online.
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