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Pensiero computazionale e problemi matematici

In questo articolo vedremo alcune idee per potenziare lo sviluppo del pensiero computazionale prima di proporre attività di coding con il computer. In particolare tratteremo di pensiero computazionale e problemi matematici.

Pensiero computazionale scuola primaria

Cos’è il pensiero computazionale

La ricerca ci dice che alla base del coding c’è una particolare forma di pensiero: il pensiero computazionale.

Come indicato nel documento Indicazioni Nazionali e Nuovi Scenari – 2018, il pensiero computazionale è “un processo mentale che consente di risolvere problemi di varia natura seguendo metodi e strumenti specifici pianificando una strategia“.

Ne abbiamo parlato anche in questo articolo.

Il riferimento più naturale è, evidentemente, alla Matematica, in quanto disciplina che più di altre si adatta a sviluppare questo tipo di pensiero logico e analitico.

Come sviluppare il pensiero computazionale

Come potenziare lo sviluppo del pensiero computazionale durante le ore curricolari, ancora prima di proporre attività di coding?

Gli approcci noti sono vari: per esempio possiamo invitare i bambini a pensare a semplici azioni quotidiane (come temperare una matita, raggiungere un luogo o scrivere un numero), chiedendo loro di descrivere come realizzarle come se stessero dando dei comandi a un robot.

Oppure possiamo utilizzare la pixel art.

Pixel art a scuola

Sperimentare e risolvere

La strategia, però, su cui vorrei soffermarmi è quella di utilizzare il problema matematico come situazione esperienziale.

L’obiettivo è quello di di stimolare gli alunni a mettersi in gioco nell’individuare una strategia risolutiva, magari costruita insieme a un gruppo di compagni e condivisa con l’intera classe.

Per fare questo occorrono attività complesse, che non siano esercizi finalizzati semplicemente all’applicazione di una formula, bensì proposte volte ad allenare al pensiero critico, all’elaborazione, condivisione e riflessione sul proprio operato.

E qui possono esserci d’aiuto i problemi che hanno più percorsi risolutivi possibili, oppure quelli “aperti”, in cui il risultato finale non è univoco.

Proposte operative

Sono tante le proposte possibili, ma come sempre dovremo fare i conti con il tempo che vogliamo dedicare all’attività e con la tipologia di classe in cui operiamo.

Un’idea potrebbe essere quella di proporre ai bambini, divisi in gruppi, di individuare il percorso risolutivo di un problema, per poi dare indicazioni per la risoluzione a un compagno-robot che non conosce il testo.

Gli alunni certamente si divertiranno e nel frattempo saranno motivati ad autocorreggersi nel caso di errore.

Attività un po’ più complessa potrebbe essere quella di realizzare una “staffetta” di problemi: un gruppo li inventa, uno li risolve e uno li corregge.

Il confronto finale e lo stimolo ad individuare altre possibili strategie saranno utili per focalizzare l’attenzione sui diversi passaggi di risoluzione e sulle possibili alternative.

Un’altra possibilità: i diagrammi di flusso

Un’altra idea potrebbe essere quella di far scegliere ad ogni gruppo di allievi un problema tra quelli da noi proposti, chiedendo di scrivere i passaggi necessari alla risoluzione.

Un utile strumento da utilizzare in questo caso può essere il “buon vecchio” diagramma di flusso, lineare o non, che difficilmente s’incontra nei libri e quaderni di scuola primaria, ma che può rappresentare un’ottima risorsa per visualizzare il percorso svolto.

Diagrammi di flusso

Del resto, come definire la striscia di comandi che si realizza con il programma Scratch, se non l’implementazione di un algoritmo descritto da un diagramma di flusso?

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