Ogni inizio d’anno scolastico è speciale. Bambini che si ritrovano e nuovi bambini che dovranno arrivare. Allora meglio lasciare un banco vuoto: sarà il banco dell’attesa e dell’accoglienza. Un racconto dell’autrice e docente Maria Vago per augurare a tutti, bambine e bambini, maestre e maestri, un buon anno di scuola.

Prima campanella del primo giorno di scuola. I bambini della Seconda B entrano nella loro aula, la stessa dell’anno scorso, come un fiume in piena e si precipitano a occupare i banchi. Ognuno ha un posto che preferisce: vicino alla vetrata, in prima fila o invece dietro a tutti… ovviamente accanto all’amico o all’amica del cuore.
– Ma… c’è un banco vuoto! – esclama Martina.
– Chi è assente? – domanda Giulio.
– Ci siamo tutti – replica Andrea.
Infatti i 23 alunni della Quinta B sono tutti presenti.
– I banchi sono 24 – conferma Norah, che è bravissima in matematica ed è la più veloce a contare.
Le facce si rivolgono verso la maestra Simona, che li osserva appoggiata alla cattedra. Subito fioccano le domande:
– Deve arrivare un nuovo compagno?
– È un maschio o una femmina?
– Come si chiama?
– Da dove viene?
– Parla l’italiano?
Maestra Simona sorride della loro impazienza e finalmente si decide a parlare.
– La risposta alla prima domanda è: No… per ora, perciò alle altre non posso proprio rispondere.
Adesso sulle facce legge sorpresa e perplessità. Allora come si spiega la faccenda del banco in più?
– Ho capito! – esclama Ayoub – Il banco vuoto è per appoggiarci i quaderni che devi correggere.
– Non ci metteremo niente – spiega la maestra. – Rimarrà vuoto, invece, perché quello è il banco dell’attesa e dell’accoglienza.
Sull’argomento ognuno ha un’idea da esprimere, un’ipotesi da condividere.
– Forse quest’anno potrebbe arrivare un nuovo compagno…
– O una nuova compagna.
– Magari la sua famiglia si trasferisce qui da noi per il lavoro.
– Oppure perché siamo vicini all’ospedale dove curano i bambini.
– O perché a casa sua c’è un’inondazione.
– O perché c’è una cosa ancora più brutta, che è la guerra.
– E noi dobbiamo essere preparati!
– Proprio così – conclude la maestra Simona – Ora realizzeremo dei segnaposti dove ognuno scriverà il suo nome, da lasciare bene in vista sul proprio banco. Li faremo a forma di coccinella.
Miriam, che è brava a tagliare e incollare, si offre di realizzarne due di segnaposti.
– Ne faccio uno per me e uno per il banco vuoto così chi arriva dovrà solo aggiungere il suo nome.
– Bene, al lavoro! – esclama Maestra Simona distribuendo il materiale.
L’anno scorso i suoi alunni hanno già imparato tante cose e altre ancora le impareranno nei nove mesi di lavoro fino a giugno. Ma soprattutto ci saranno tante occasioni in classe per vivere l’amicizia, l’aiuto reciproco, l’apertura fiduciosa verso gli altri…
Si parte! La strada è tracciata… Buon viaggio!
Un banco in più… per i bambini più grandi
Un’ulteriore versione, ancora dalla penna di Maria Vago, per raccontare il primo giorno di scuola. Questa volta destinata alle quarte e alle quinte, scritta con un livello di lingua e di stile che meglio si adatta ai più grandicelli.
Il tema dell’accoglienza si arricchisce qui di considerazioni e motivazioni che coinvolgono gli alunni, spingendo ognuno di loro a fare ipotesi sull’identità di chi occuperà quel banco in più.
Noi di Gaia Edizioni Scuola siamo particolarmente sensibili ai temi dell’inclusione e dell’’accoglienza, soprattutto in un momento come questo.
Per questo, nell’augurare un buon inizio d’anno a docenti e alunni di tutte le classi, vogliamo mettere a disposizione questo testo.
Per maestre e maestri potrà diventare un importante momento di condivisione con la classe, da leggere e commentare durante i primi giorni di scuola.
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