Accettare la sconfitta, imparando a non identificarci con i successi o gli insuccessi delle nostre prestazioni, è fondamentale per preservare l’autostima. Una proposta di Alessandra Baraldi e Francesca Grenzi per un’attività all’aperto con “Il giro del mondo in 80 giorni” di Giulio Verne.

Inciampare durante una gara, dimenticare qualcosa che avevamo studiato e persino sbagliare una verifica sono eventi che possono accadere. Si può anche perdere, ma questo non fa di noi dei “perdenti” nella vita.
L’ispirazione a parlare di questo tema ci è venuta dal nostro libro di inglese che dedica ogni unità didattica ad un classico della letteratura per l’infanzia. La prima UD ha come oggetto “Il giro del mondo in 80 giorni” di Giulio Verne (Jules Verne).
Avevamo la necessità di raccontare brevemente la trama ai bambini, così abbiamo creato qualche scheda da leggere a casa per compito.
Il lunedì successivo, li abbiamo portati in giardino per la nostra solita lettura outdoor, consapevoli delle distrazioni offerte dal parco, ma comunque confidando in un loro discreto impegno.
Abbiamo letto a voce alta e fatto un po’ di conversazione sul lessico presente nel testo, utilizzando appositamente qualche parola “a bassa frequenza” per stimolare in loro la capacità di desumere il significato dal contesto o per indurli a cercare in autonomia una risposta su Internet, sul dizionario o chiedendo a un adulto.
Come previsto, la percentuale di alunni che riescono a soddisfare questa aspettativa è sempre bassina!
Ma ci consoliamo considerando questo “problem solving lessicale” un esercizio di potenziamento per agli alunni più dotati: anche loro hanno bisogno di attenzioni e stimoli adeguati ai loro bisogni, esattamente come gli altri BES.
Cambiando il punto di vista, cambiano le aspettative ed evitiamo così di infastidirci con chi continua a non preoccuparsi del significato delle parole nuove che sta leggendo.

Tornati in classe, abbiamo posto loro tre domande di comprensione, con l’obiettivo di indurli a vestire i panni degli amici di Fogg, quelli che avevano perso la scommessa:
1) «Perchè Fogg deve fare il giro del mondo in 80 giorni?»
2) «Secondo te, come si sono sentiti i suoi amici del club quando hanno capito di aver perso la scommessa?»
3) «Ti è mai successo di perdere una scommessa o una gara? Come ti sentivi? Cosa hai fatto?»
Li abbiamo portati a ripensare al finale del romanzo, ma dal punto di vista dei perdenti. Per loro non è stato certo un “lieto fine”, eppure questo non ha compromesso la loro amicizia con Fogg.

Ciascuno ha poi letto alla classe le proprie risposte ed è stato interessante vedere quale tipo di valore ciascuno di loro avesse assegnato al fatto di dover “pagare” la scommessa: per qualcuno era rabbia, per qualcuno tristezza, per altri era solo un gioco.
Anche all’ultima domanda, che rimandava all’ esperienza personale vissuta da ognuno, qualcuno ha scritto di aver provato rabbia, qualcuno delusione e qualcuno ha raccontato di essersi riscattato chiedendo la rivincita.
Rispetto e autostima
Tra i compiti di noi adulti vi è anche quello di insegnare che la vita è imprevedibile e che dobbiamo essere pronti anche a coglierne tutte le opportunità, accettando di rischiare, di sbagliare e talvolta di perdere.
Qualunque cosa succeda, dobbiamo mantenere il rispetto per noi stessi e dobbiamo imparare ad adottare il punto di vista degli altri, per comprendere le loro scelte e i loro bisogni, prima di giudicare. Questo naturalmente non esclude che vada insegnato ai bambini (e agli adulti) che il giudizio fa parte della vita e che spesso, nella scuola come nella vita, viene giudicata la prestazione e non la persona.
Ma guardiamo cosa accade in un ambiente sportivo: gli allenatori insegnano anche a perdere e, paradossalmente, le sconfitte vengono usate per motivare gli atleti a fare meglio.
Perchè, dunque, anche la scuola non prova ad adottare questo punto di vista alternativo? Una pedagogia un po’ “da spogliatoio”, dove l’allenatore/maestro non nega la sconfitta e non finge che vada tutto bene a suon di PDP.
Sarebbe bello che un maestro, davanti ad una prova non superata, la rilevi, la comunichi, la accolga, la analizzi con l’alunno/a e la usi per insegnare a crescere, aiutando i bambini a rialzarsi e a rimettersi in gioco: perchè una sana autostima alimenta la motivazione a impegnarsi per la propria crescita personale. Tutto ciò serve in un campo sportivo, in classe e nella vita.
Accettare la sconfitta, imparare a distinguere la persona dalle sue prestazioni è il primo passo verso la resilienza ed è la base per preservare l’autostima quando è minata dalle piccole o grandi avversità della vita.
Espansioni interculturali
Avendo in classe una bambina di madrelingua francese, ne abbiamo approfittato per mostrare la versione originale del testo.
Lei ha letto titolo, il nome dell’autore e qualche pagina in perfetto francese, aiutando i compagni nella traduzione di alcune parole molto simili all’italiano.
Espansioni artistiche
L’immagine gancio? Dato l’argomento, non poteva che essere la mongolfiera! Ma al posto di Fogg e Passepartout i viaggiatori saranno due giovani amici, personaggi in cui i nostri allievi potranno identificarsi.
Spunti e idee per l’autostima a scuola
Ecco di seguito i contenuti della scheda-testo predisposta dalle autrici per realizzare l’attività.
Presentazione de Il giro del mondo in ottanta giorni
Il romanzo avventuroso “Il giro del mondo in ottanta giorni” (Le Tour du monde en quatre-vingts jours) è stato scritto dall’autore francese Jules Verne e pubblicato per la prima volta nel 1873.
Le innovazioni tecnologiche del XIX secolo avevano aperto nuove possibilità per circumnavigare rapidamente il mondo, e questa prospettiva affascinò sia Verne che il suo pubblico.
È possibile che il libro sia stato ispirato dalle gesta di George Francis Train, che compì un simile viaggio nel 1870.
Nella trama, il londinese Phileas Fogg e il suo cameriere francese Passepartout si mettono alla prova tentando di completare la circumnavigazione del globo in soli ottanta giorni, al fine di vincere una scommessa del valore di 20.000 sterline.
Durante il loro viaggio, i protagonisti affrontano numerose peripezie e sono costantemente inseguiti dal poliziotto Fix, convinto che Fogg abbia appena rapinato una banca. Tuttavia, Fogg e Passepartout riescono a superare tutte le avversità e a vincere la scommessa.
Infine, per completare il racconto con un lieto fine, durante il loro soggiorno in India, Fogg salva una bellissima ragazza di nome Auda, che si innamora di lui.
Protagonisti de Il giro del mondo in ottanta giorni
- PHILEAS FOGG
Un flemmatico, ricco, abitudinario e quantomai enigmatico gentiluomo londinese, alto e bello - JEAN PASSEPARTOUT
Un trentenne di nazionalità francese ex acrobata di circo, accompagna Phileas nel suo tour mondiale. - FIX
Poliziotto inglese che segue Phileas, credendolo autore di una rapina in banca. - SIGNORINA AUDA
Una bella e giovane donna indiana parsi salvata da Phileas mentre stava per essere sacrificata nel rituale del sati, lo segue in Inghilterra ed infine si sposano.
Che cosa vuol dire…?
- CIRCUMNAVIGARE
- FLEMMATICO
- ENIGMATICO
Trama de Il giro del mondo in ottanta giorni
Tutto ha inizio a Londra il 2 ottobre 1872. Phileas Fogg è un uomo ricco, riservato, celibe e con abitudini regolari. La fonte del suo denaro è sconosciuta e vive una vita metodica e abitudinaria senza la necessità di lavorare. Di recente, Fogg ha licenziato il suo precedente domestico perché gli ha portato l’acqua per radersi con una temperatura di due gradi troppo fredda. Oggi ha assunto un nuovo servitore di nome Passepartout, un francese di trent’anni, che si dimostra abile e affettuoso nei confronti del suo padrone.
Nel pomeriggio, Fogg si reca al Reform Club, un circolo molto esclusivo di cui è socio da sempre. Come ogni giorno, raggiunge il club a piedi, seguendo sempre la stessa strada e contando sempre lo stesso numero di passi. Dopo aver salutato i suoi soliti amici, viene coinvolto, insieme ad altri cinque membri, in una discussione riguardante un articolo del Daily Telegraph.
Sul giornale si parla di una rapina alla Banca d’Inghilterra, ma anche dell’apertura di una nuova linea ferroviaria in India che permetterebbe di viaggiare intorno al mondo in 80 giorni.
Tutti mettono in dubbio la fattibilità di percorrere l’intero globo in così poco tempo, ma Fogg, invece, crede fermamente di potercela fare. Accetta, quindi, la sfida e scommette 20.000 sterline contro i suoi cinque compagni del Club. Ciascuno di loro mette sul tavolo 4.000 sterline: se Fogg riuscirà a completare il giro del mondo in 80 giorni, vincerà l’intera somma. Altrimenti, se non dovesse riuscirci, sarà Fogg a dover dare 4.000 sterline a ciascuno di loro.
Il gentiluomo parte la sera stessa, portando con sé il suo nuovo servitore Passepartout e una borsa contenente 20.000 sterline per le necessità del viaggio.
Fogg lascia Londra il 2 ottobre 1872, con il treno delle 20:45. Ha l’obiettivo di fare ritorno al Reform Club alla stessa ora, ma 80 giorni più tardi, ovvero entro le 20:45 di sabato 21 dicembre 1872.
Itinerario de Il giro del mondo in ottanta giorni
SUEZ
La prima tappa del giro del mondo di Verne è Suez. Per raggiungere la città in Egitto, i due protagonisti utilizzano un treno che passa anche da Parigi e Torino. Successivamente, una volta giunti a Brindisi, si imbarcano su un piroscafo che solca il Mar Mediterraneo e approda in Egitto.
BOMBAY
Da Suez, il viaggio verso Bombay, in India, risulta semplice. L’unico mezzo utilizzato da Fogg e il suo compagno è ancora una volta il piroscafo.
CALCUTTA
La terza tappa del giro del mondo di Fogg è Calcutta, la capitale dello Stato federato del Bengala Occidentale, situata sulla sponda del fiume Hooghly. Per raggiungere uno dei porti più antichi dell’India, i due avventurieri si affidano agli elefanti, facendo due tappe intermedie ad Allahabad e Benares.
VICTORIA CITY
Il percorso del giro del mondo di Fogg passa anche per Hong Kong, fino a raggiungere Victoria City. Per completare questo tratto, i protagonisti attraversano il Mar Cinese Meridionale su un piroscafo.
YOKOHAMA
Situata nella maggiore isola del Giappone, è l’ultima tappa asiatica dell’itinerario del giro del Mondo. Nel XIX secolo, per raggiungere il Giappone da Hong Kong ci si serviva di golette e piroscafi, attraversando il Mar Cinese Orientale, Shanghai e l’Oceano Pacifico.
SAN FRANCISCO
Fogg e il suo compagno di viaggio impiegano giorni e giorni di navigazione a bordo di un piroscafo.
NEW YORK
Qualunque sia l’itinerario di un viaggio intorno al mondo, la tappa a New York è sempre imperdibile. Per Fogg e Passepartout, è la penultima tappa prima del ritorno a Londra. La spettacolare traversata dell’America, da San Francisco a New York City, viene raccontata con grande entusiasmo da Verne. Nel viaggio si alternano il treno e la slitta, passando per Kearney, Omaha e Chicago.
LONDRA
Una nave mercantile solca l’Oceano Atlantico, facendo tappa a Dublino e Liverpool. Questo è il mezzo scelto dall’autore per traspostare i suoi viaggiatori. Dopo esattamente ottanta giorni di viaggio, Fogg e Passepartout arrivano a Londra… appena in tempo per vincere quella scommessa da cui tutto era iniziato.
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