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Come nascono le idee di un libro di narrativa

Maria Vago, scrittrice per bambini, in questo articolo ci spiega come nascono le idee di un libro di narrativa per i più piccoli.

«Chissà che cosa si aspettano? Chissà come mi immaginano?»

Sono queste le domande che mi frullano in testa ogni volta che sto per entrare in un’aula (o in una biblioteca o persino in una palestra) dove mi aspettano dei bambini che hanno letto i miei libri e sono curiosi di incontrarmi di persona.

E mi viene un pensiero che mi riempie di preoccupazione…

«Forse li deluderò?»

Poi fioccano le domande dei bambini e non c’è più spazio per le mie! Alcune sono domande a cui è facile rispondere, per esempio quanti libri ho pubblicato, qual è stato il mio primo libro, se faccio anche i disegni, quanti anni ho, se mi piace di più leggere o scrivere.

Però ce ne sono alcune che mi mettono sempre in difficoltà: per esempio se mi chiedono qual è il mio libro preferito tra quelli che ho scritto. Io proprio non so rispondere perché sono tutti diversi e in tutti mi riconosco per cui dovrei dire “tutti”, che come risposta non vale.

Oppure, ancora più difficile, come mi vengono le idee. Capisco che è una curiosità giusta e allora mi sforzo di spiegarlo, ma devo fare un discorso un po’ lungo.

Copertine di libri di Maria Vago per Gaia Edizioni

L’origine idee di un libro di narrativa

Dico subito che alcune idee si presentano da sole, senza essere invitate, e sono così insistenti che anche se io in quel momento non ho tempo o voglia di scrivere loro si ripresentano e prima o poi finiscono dentro una storia.

Alla fine riconosco che avevano ragione a voler essere prese in considerazione e che valeva la pena di fare la fatica di vestirle di parole. Altre idee invece sono il risultato di una commissione (poi mi spiego meglio), del caso, di un disegno, di un nome e persino di un errore.

La commissione è quando qualcuno, di solito un editore, ti chiede una storia e ti dice anche che la vuole sui pirati, per esempio (e allora sono contenta perché i pirati sono i miei personaggi preferiti) oppure su due fratelli gemelli oppure che parli di un fantasma fifone…

Allora mi metto a pensare e a pescare: infatti, pesco dal materiale che si è accumulato dentro la testa in tanti anni di letture, qualcosa che mi possa servire.

Il pirata analfabeta

Dai disegni idee per la narrativa

Anche i disegni sono una “fonte di ispirazione” e io devo tante idee a bravi illustratori che nelle loro illustrazioni, anche senza saperlo o volerlo, hanno messo spunti interessanti.

Oppure capita che sento un nome e subito mi vedo davanti il personaggio che lo porta: Ruggero fa apparire un orco, Lidovina una principessa, Fiatodifogna… No, questo non lo dico, lo lascio all’immaginazione di chi sta leggendo.

Una volta mi è venuta l’idea per una storia interessante quando una bambina mi ha detto che le era piaciuto molto il mio libro intitolato L’ortaggio dei pirati. In realtà il titolo è L’ostaggio dei pirati!

Un errore come idea per un libro di narrativa

Però questo piccolo errore mi ha fatto venire voglia di mettermi alla prova.

Sarei riuscita a far incontrare dei pirati, che viaggiano per mare, e un ortaggio che sta nell’orto, quindi sulla terraferma, dentro una storia tutta inventata ma non assurda?

Perché dar spazio alla fantasia non vuol dire “spararle a caso” e chi ama leggere di solito pensa bene e non lo convinci con soluzioni insensate.

E poi, come rendere interessante un ortaggio, che non è una cosa preziosa, agli occhi di un pirata? Insomma, c’erano tante cose da sistemare e sono orgogliosa di esserci riuscita, almeno credo!

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