L’anno scolastico sta volgendo al termine e tra poco saluteremo i nostri alunni. Ma anche le vacanze rappresentano un’opportunità per continuare a crescere e a imparare. Leggiamo insieme alcune semplici e divertenti proposte nell’articolo di Maria Concetta Messina

Arriva il momento dei saluti. Le vacanze sono alle porte e tra una manciata di giorni congederemo i nostri alunni per consegnarli all’estate, stagione lenta e svuotata di impegni.
Il preludio di questo tempo imminente è già entrato nelle nostre aule: le attività sono annacquate dalla stanchezza di tutti, gli insegnanti concedono più spazio ai momenti di ricreazione, i bambini sono traghettati sui banchi dopo interminabili pomeriggi trascorsi all’aria aperta, testimoniata quest’ultima dai visetti lambiti dal primo sole e dall’aspetto salutare di braccia e ginocchia finalmente nude.
Quest’anno, in modo particolare, tutto ciò è coinciso con la fine del lungo periodo di restrizioni dovute al Covid, si tratta una primavera nella primavera.
Solito dilemma
Ma come sempre, puntuale, si ripresenta gli ultimi giorni il dilemma “compiti sì o compiti no”.
Come per la maggior parte delle questioni scolastiche, il problema credo non sia tanto nell’assumere una posizione netta tra i due estremi, quanto arrivare ad una medietà equilibrata, passando attraverso una serie di considerazioni e ragionamenti.
Tempo di crescita
Durante i tre mesi di assenza da scuola, pur non ricevendo alcun di insegnamento “formale”, gli alunni continuano ad imparare, a modificare i loro comportamenti, a mettere in atto forme di adattamento alle nuove situazioni, a fare ipotesi e a verificarne l’esito, ad esplorare e a porsi domande.
In una parola a “crescere”, anche per mezzo delle conoscenze apprese sinora a scuola, pur senza esserci fisicamente. E questo è il primo ragionamento da fare che dovrebbe abbassare il livello di ansia di molti formatori.
Mi sembra quindi molto stimolante proporre per il tempo di vacanze poche e piacevoli attività solo apparentemente ludiche e leggere, che vadano a stimolare la sfera della creatività e della problematizzazione e che possano fungere da approfondimento per i futuri apprendimenti scolastici.
Compiti per i maestri
A fare i compiti per le vacanze saremo anche noi insegnanti, inventando per i nostri alunni attività stimolanti e divertenti ritagliate sul percorso degli obiettivi perseguiti durante l’anno e che ne ripercorrano qualche tappa saliente.
Chiediamo in questo la collaborazione sempre preziosa dei genitori.
- Se abbiamo ad esempio appena finito la terza e presentato le unità di misura, chiediamo di misurare e pesare oggetti comuni, di confrontare il peso in etti e in chili di affettati attraverso la lettura di scontrini della spesa.
- Facciamo fare calcoli mentali tipo stimare il totale dei prezzi dei prodotti nel carrello prima di arrivare alla cassa del supermercato o proponiamo differenze calcolate realmente (quanto è più basso o più alto di te tuo fratello o quanti anni ha in più rispetto a te).
- Se abbiamo spiegato le divisioni potremmo proporre che durante una serata in pizzeria tra amici il conto venga consegnato al bambino che deve calcolare il singolo costo di ognuno.
- Se abbiamo eseguito il disegno “dal vero” come è capitato spesso quest’anno nelle due prime che seguo con piacere, invitiamo a disegnare i colori del mare, o un tramonto, o un albero. E siccome ai più piccoli piace tanto spiegare agli adulti ciò che hanno disegnato indicando forme e colori, chiediamogli di farlo quando ne hanno voglia anche senza i soggetti davanti e di raccontarci per iscritto i particolari di ciò che hanno disegnato.
- È infine ormai un evergreen l’idea di far tenere un “diario di bordo” estivo in cui si documentino le esperienze vissute. Si potranno incollare foto, sabbia, foglie, fiori. Si potranno scrivere canzoni o operazioni. Si potrà raccontare una storia o scrivere ad un amico. Tutto molto liberamente e senza alcuna imposizione quantitativa.
E allora forza maestre e maestri: all’opera!
A settembre, con il rientro a scuola, ripartiremo non da dove ci eravamo lasciati ma da quello che bambine e bambini felici hanno vissuto nel lasciarci.
Il tempo dei saluti è arrivato.
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