Solo negli ultimi anni a scuola si sta riscoprendo lo storytelling, l’arte del narrare, utilizzato come mezzo efficace di riflessione e costruzione di significato. In questo articolo esploreremo come utilizzare lo storytelling alla scuola primaria.

L’importanza della narrazione nei processi di apprendimento
Fin dall’antichità, la narrazione ha avuto un ruolo formativo. Già prima dell’invenzione della scrittura, uomini e donne di ogni popolo tramandavano storie, tradizioni e saperi per trasmettere abitudini e modalità nell’affrontare situazioni ed emozioni.
Oggi nella scuola non sempre si riconosce il valore pedagogico dell’arte narrativa: spesso le si dedica uno spazio marginale di intrattenimento, tralasciando la potenziale funzione didattica e educativa.
La narrazione, invece, può andare ben oltre il semplice momento ricreativo, rivelandosi uno strumento su cui costruire possibili scenari di azione didattica.
Si può partire dallo storytelling per coinvolgere l’alunno nello sviluppo della propria identità, esplorandone tutte le dimensioni: cognitiva, affettiva, motivazionale ed emotiva, come sostiene anche lo psicologo cognitivista Jerome Bruner.
L’uso dello storytelling alla scuola primaria
Con lo storytelling è possibile veicolare un determinato concetto. Successivamente si possono valutare gli effetti sull’apprendimento del concetto veicolato.
Anche noi autrici abbiamo riscoperto il valore di questa tecnica di insegnamento e l’abbiamo utilizzata fin dalla classe prima con i nostri alunni.
Ad esempio, per presentare le lettere dell’alfabeto abbiamo scelto di rendere l’apprendimento più dinamico e accattivante e, allo stesso tempo, di affrontare tematiche importanti per la formazione del bambino.
Una fata per scoprire l’alfabeto
Allo scopo, abbiamo utilizzato il nostro libro Fata Paroletta alla scoperta dell’alfabeto (Marica Lucarelli e Sharon Pinocchio, Editrice La piccolina, 2021).
Attraverso le avventure di una fata abbiamo coniugato l’apprendimento della letto-scrittura con contenuti multidisciplinari e valori descritti in forma sempre nuova.
Ciò ha reso possibile catapultare l’alunno in avventure magiche, regalando attimi di evasione e riscoperta delle piccole cose importanti.
Ogni lettera, infatti, è presentata attraverso una storia collegata alle storie precedenti e successive, in modo da creare un’unica storyline, che diventa così uno strumento per veicolare concetti importanti dal punto di vista didattico e educativo.
Per approfondire la validità dello storytelling come tecnica per trasmettere concetti attraverso la narrazione, vi proponiamo una progettazione attuabile a partire dalla classe seconda primaria.
Come progettare una narrazione
Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare, il romanzo scritto da Luis Sepùlveda tanto amato da grandi e piccini, racchiude tematiche importanti e interdisciplinari che parlano della crescita dell’individuo e della sua formazione.
Partendo dalla lettura di questo testo possiamo progettare molteplici Unità di Apprendimento (UdA) per favorire il raggiungimento dei diversi obiettivi disciplinari.
Per esempio:
- linguaggio della geograficità, partendo dalla ricerca della città di Amburgo che fa da sfondo alla narrazione del racconto;
- comprensione del testo, a conclusione di ogni capitolo con modalità diversificate;
- acquisizione del lessico con un primo approccio all’uso del vocabolario;
- riconoscimento e analisi del “nome” come parte del discorso, partendo dal momento in cui i protagonisti decidono di dare il nome Fortunata alla gabbianella;
- consapevolezza che i principi di solidarietà, uguaglianza e rispetto della diversità sono i pilastri che sorreggono la convivenza civile e favoriscono la costruzione di un futuro equo e sostenibile;
- pianificazione e realizzazione di un oggetto descrivendo e documentando la sequenza delle operazioni, partendo dall’analisi dei progetti di Leonardo Da Vinci trattati nel romanzo.
Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare è utile anche per far conoscere agli alunni le parti del testo narrativo:
- inizio (sfondo, evento di inizio);
- sviluppo (risposta interna, tentativo e conseguenza);
- conclusione (risoluzione eventi).
Questa è sicuramente la modalità di utilizzo più interessante della narrazione per veicolare un contenuto didattico. Di seguito vi proponiamo le schede che abbiamo realizzato per l’UdA.
Ecco due pagine dal quaderno di un bambino.

La valutazione dell’apprendimento può avvenire attraverso la produzione di un elaborato da parte dei bambini: per esempio uno storyboard, che rappresenta graficamente e cronologicamente la narrazione in tutte le sue parti. Vediamo come.
Il film di Enzo D’Alò
La versione animata di questo romanzo può costituire un utile supporto visivo per i bambini, in particolare se sono presenti delle difficoltà, e uno strumento efficace per l’attuazione dell’attività anche in caso di didattica a distanza.
La produzione di un elaborato
Il percorso per produrre un elaborato può essere suddiviso in quattro passaggi:
- organizziamo la classe in gruppi e a ogni gruppo assegniamo una parte del racconto (inizio, sviluppo o conclusione);
- scegliamo con gli alunni lo strumento da utilizzare per la produzione dello storyboard, cioè la tavola della storia;
- mettiamoci al lavoro;
- predisponiamo un momento di condivisione degli elaborati che andranno in ultimo uniti insieme per ottenere il prodotto finale.
Gli strumenti che suggeriamo di utilizzare per la produzione dello storyboard possono essere cartacei o digitali. I prodotti finali che potremo realizzare sono diversi. Vediamo due esempi.
Possiamo creare un fumetto, un modo molto speciale di raccontare, nel quale i disegni sono importanti tanto quanto le parole. Per realizzare questo, il lavoro dello scrittore non basta. Infatti, la storia che egli crea viene divisa in sequenze dallo sceneggiatore e illustrata da un disegnatore. Occorre quindi una definizione dei ruoli all’interno dei gruppi di lavoro che favorisca la cooperazione tra pari.
Possiamo altresì sviluppare uno storyline iconografico che ripercorra le fasi della storia: in questo caso ogni gruppo realizzerà le tavole di sole immagini da unire al termine.
Le componenti multimediali nello storytelling digitale
Per realizzare i prodotti finali possiamo anche utilizzare le tecnologie digitali, che i bambini conoscono e sperimentano sempre più. Gli strumenti multimediali si prestano in modo particolare come supporto per lo storytelling, perché offrono stimoli interattivi, catturano l’attenzione e riescono a coinvolgere maggiormente, anche nei casi di bambini con difficoltà.
Una modalità di utilizzo interessante delle componenti multimediali è rappresentata, per esempio, dalla realizzazione di un audiolibro, registrando le voci dei bambini che narrano le varie sequenze della storia.
Anche in questo caso, è fondamentale il cooperative learning perché i membri dei vari gruppi dovranno organizzare i ruoli per pianificare, dirigere ed effettuare le registrazioni. Immagini e video realizzabili sempre digitalmente o in modalità cartacea e poi digitalizzati, potranno fare da sfondo alla narrazione vocale.
In ultimo, è possibile produrre uno storytelling innovativo utilizzando il coding con Scratch, piattaforma che stimola il pensiero computazionale.
Con questa modalità ogni gruppo di lavoro potrà realizzare un capitolo della storia scegliendo lo sfondo, registrando l’audio con il pannello “Suoni” e costruendo lo script delle sequenze con i blocchi.
Per approfondire lo sviluppo di questa attività segnaliamo il volume Coding. Prime attività ed esercizi proposto da Gaia Edizioni.
Gli alunni da consumatori a produttori di contenuti
L’utilizzo delle tecnologie digitali come strumenti e prodotti dell’apprendimento è uno degli obiettivi previsti dalla Legge 13 luglio 2015, n. 107 (“La Buona Scuola”), anche se per molti docenti rappresenta una novità assoluta e la sua introduzione in classe richiede uno sforzo di aggiornamento.
Si tratta di un passaggio necessario per permettere ai ragazzi fin da piccoli di diventare produttori di contenuti.
Conoscere i passaggi di sviluppo e realizzazione di un prodotto digitale consente, infatti, di diventare consumatori attivi e consapevoli, sviluppando così appieno l’alfabetizzazione digitale.
Con le attività di storytelling proposte, i bambini impareranno a saper utilizzare programmi e applicazioni e a progettare contenuti.
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