Un presepe di forte impatto emotivo che unisce tradizione e attualità. Ha per scenario il nostro Mar Mediterraneo ed è stato ideato e realizzato in una scuola primaria romana.

Cosa manca? L’acqua!
Mentre mi accingevo a preparare il maestoso paesaggio del vecchio presepe che ogni anno accompagna l’arrivo del Natale nella nostra scuola primaria, i bambini di seconda osservavano i miei movimenti quasi in “religioso” silenzio.
Uso grani e legumi di tutte le fogge per fare strade e percorsi che disegno su una farina di granoturco dorato.

Al termine del lavoro ho chiesto senza pensarci troppo: «Bambini, cosa manca?»
«L’acqua!» Hanno esclamato in coro due o tre vocine.
Puoi cercare di promuovere la creatività costruendo statuine con cannucce da bar o con i ciottoli del mare, puoi costruire il bue e l’asinello con il cartone delle scarpe o un angioletto con un tappo da detersivo, ma per i bambini le tradizioni non possono essere smontate, come tutti i punti fermi d’altronde: nella punta dell’albero ci va la stella (i miei due figli piccolissimi ne fecero una sghimbescia, pur di averla) e nel presepe non può mancare l’acqua.
Profetica sollecitazione
La sollecitazione degli esigenti spettatori è stata profetica perché quest’anno l’idea per un nuovo presepe ha preso spunto dal desiderio di dar nuova vita alle mascherine anticovid mai utilizzate a causa di elastici scomodi e ingombranti.
Ho ragionato sul fatto che avrei voluto creare qualcosa dal forte impatto emotivo ma dal minimo costo, che coinvolgesse tante classi in un mega lavoro collettivo.
Alle classi seconde è stato chiesto di colorare di tanti tipi di azzurro le mascherine in eccesso. Si sono serviti di spugnette per piatti tagliate a mo’ di timbri. Alle classi terze è stato attribuito l’assemblaggio, sfalsato, delle mascherine su dei pannelli di carta: dovevano simulare il fluire delle onde del mare.
Le maestre delle classi quarte si sono cimentate nella costruzione di alcuni barconi utilizzando vecchie scatole. Non mi dilungo sulle numerose interlocuzioni relative alla forma della prua che hanno conseguito una decina di tentativi non riusciti.
Le classi quinte hanno avuto la consegna più articolata: raccogliere rametti dal terreno del parco della scuola, discriminarli per spessore, tagliarli della stessa lunghezza, legarli assieme con dello spago e rivestire le barche imitando interi tronchi di alberi.

Infine ho preparato una ventina di kit contenenti una bottiglia di vetro, della iuta e alcuni avanzi di stoffe e li ho consegnati agli insegnanti con la precisa indicazione di mettere in piedi un personaggio.
Io ho pensato alle testine.
Un presepe sul mare
Quest’anno il nuovo presepe è davvero speciale: niente di più laico, niente di più contemporaneo, niente di più vicino.
E’ il presepe quotidiano che ha come scenario il nostro Mar Mediterraneo, a cui moltitudini di fratelli sfortunati e disperati affidano la loro speranza.
I bambini forse non capiranno, ma almeno hanno l’acqua.
Buon Natale.

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