Come fare didattica viva? Ciò che conta è avere un chiaro orizzonte di mete e obiettivi e riuscire a perseguirli traendo spunti didattici da tutte le situazioni, anche da quelle occasionali

Cronaca di una mattina non annunciata
Quando si dice che a volte la routine scolastica subisce degli scossoni, non si intende di certo riferirsi ai colpi concreti che un cinghiale potrebbe sferrare a chi tenti di disturbarne il tranquillo e solitario incedere tra l’erba.
Invece all’alba di qualche giorno fa è stata questa la prima notizia di una mia allarmata collaboratrice: “Preside, c’è un cinghiale nel parco della scuola!”.
Sosto brevemente sui particolari contraccolpi del caso: in quattro e quattr’otto si è dovuta interdire l’intera zona dell’ingresso principale e far entrare i nostri quattrocento alunni da un imbuto secondario, spinti ed accolti da un caos di genitori e insegnanti attoniti, increduli e divertiti.
L’ospite, ripreso e fotografato, è diventato la star della mattina riuscendo a sfuggire per un paio d’ore a un dispiegamento di vigili e forze dell’ordine che tentavano di indirizzarne l’uscita. Alla fine l’operazione è andata in porto, ops… in agro!
Didattica viva in classe prima
I bambini di prima, che quest’anno seguo con immenso piacere, erano elettrizzati e preda di mille domande. Con che animo avremmo potuto liquidare la questione e passare alla lezione preparata?
Non era il caso. La loro maestra ed io abbiamo mostrato i video girati al mattino, abbiamo osservato dalle finestre l’inseguimento dell’animale e soprattutto abbiamo tranquillizzato i bambini sulla loro preoccupazione maggiore: che all’ospite non fosse fatto alcun male.
Quindi abbiamo iniziato a fare delle ipotesi sul perché il cinghiale fosse arrivato sino a noi e questo ha favorito un fervido ragionamento che ha costituito il lavoro della mattinata.

Didattica viva in tutte le altre classi
Ma un evento di quella portata, a mio avviso, anche in tutte le altre classi si prestava a una serie di fruttuose attività non programmate.
- Scrivere una cronaca giornalistica del fatto.
- Raccogliere le informazioni sul cinghiale e scrivere un testo informativo.
- Ricavare informazioni sulla diffusione del cinghiale in Europa e costituirne grafici e carte tematiche.
- Scrivere un testo autobiografico della giornata.
- Descrivere il cinghiale comparso a scuola dopo averne visionato foto e video.
E queste sono le mie prime idee.
Focus su: motivazione
Non sempre a scuola è possibile imparare tramite esperienza diretta. Spesso, anzi, le cose lontane nel tempo e nello spazio attivano l’immaginazione, mettono in campo risorse e collegamenti e costringono a maggiori sforzi di logica e di correlazione.
Ma se parliamo di motivazione, riferendoci in modo specifico a quella dei bambini, è indubbio che un cinghiale in carne e ossa attivi uno stato emotivo e un interesse molto più intensi rispetto a quelli provati di fronte ad una effige in un libro di zoologia. E quando l’occasione per attivare questo interesse si presenta per fortuiti casi, la scuola non può voltar pagina e presentare la lezione prevista.
Non solo cinghiali
E così l’osservazione di uno stormo di pappagalli osservato in cortile nel bel mezzo di una ricreazione, viene ripresa in classe nei vari passaggi, ricordando assieme l’esperienza e sistemandola su snodi temporali.

Allo stesso modo, il dono di un mazzo di calle alla maestra diviene oggetto di osservazione scientifica: i bambini osservano la rigidità del pistillo ruvido, lo spolverano tout court dell’affascinante polverina bianca e sgomitano come di fronte all’attrazione più rara per strizzare il gambo del fiore e saggiarne la spugnosità. Arricchiscono il lessico, integrano le loro categorie concettuali e imparano. Imparano.


Un bravo maestro
Ho sempre pensato che un insegnante che lavora con i bambini della scuola dell’infanzia e della scuola primaria debba avere una formazione differente e ben superiore rispetto ai colleghi che lavorano con alunni più grandi.
Oltre alle competenze disciplinari, quello che conta è avere un chiaro orizzonte di mete e obiettivi e riuscire a perseguirli forgiando e plasmando a contenuto didattico anche situazioni occasionali.
Un bravo maestro è colui che riesce a “vedere”, a trovare spunti, ad andare oltre il libro e fare della concretezza del reale la fonte ispiratrice per lezioni e approfondimenti. I bambini apprezzano, e la pedagogia pure.
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