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L’Educazione civica va a scuola

La legge 20 agosto 2019, n. 92 ha introdotto l’insegnamento dell’Educazione civica nella scuola primaria e secondaria, con l’avvio di iniziative di sensibilizzazione alla cittadinanza responsabile sin dalla scuola dell’infanzia.

Bambina che disegna mappa della Terra

Nell’art. 1 della legge troviamo un principio molto importante che ne esplicita le finalità: “L’Educazione civica contribuisce a formare cittadini responsabili e attivi e a promuovere la partecipazione piena e consapevole alla vita civica, culturale e sociale delle comunità, nel rispetto delle regole, dei diritti e dei doveri”.

Gli altri articoli della legge presentano in alcuni punti una certa confusione ma, per fortuna, sono intervenute successivamente chiare linee guida ministeriali che ci aiutano a orientarci in un insegnamento che:

  • non è una materia a sé stante che si aggiunge alle altre, ma è trasversale alle diverse discipline;
  • non prevede uno specifico docente, ma vari insegnanti contitolari dell’insegnamento e un coordinatore del team;
  • prevede, come tutte le discipline curricolari, un giudizio nella scheda di valutazione;
  • richiede, alla fine della scuola secondaria di primo e secondo grado, il raggiungimento di specifiche competenze che il Profilo dello studente delinea (a seguito dell’integrazione fatta con gli allegati alle linee guida).

Sul piano dei contenuti, poi, le linee guida elencano tre nuclei concettuali: lo studio della Costituzione, lo sviluppo sostenibile, la cittadinanza digitale. Il curricolo per l’Educazione civica dovrà dunque essere costruito tenendo conto di questi tre pilastri fondamentali.

La Costituzione

“La conoscenza, la riflessione sui significati, la pratica quotidiana del dettato costituzionale rappresentano il primo e fondamentale aspetto da trattare. Esso contiene e pervade tutte le altre tematiche”. Dal testo ministeriale si ricava dunque che gli allievi devono approfondire lo studio della nostra Carta costituzionale.

È difficile, però, pensare che ciò possa avvenire nei primi tre anni della scuola primaria, perché la lettura degli articoli non sarebbe per i bambini di facile comprensione. A meno che, come suggerisce la scrittrice (e già insegnante di scuola primaria) Anna Sarfatti, le parole della Costituzione non rompano le righe e si mettano a giocare.

I diversi articoli possono così dare origine a filastrocche e immagini poetiche per far conoscere ai bambini principi, doveri, diritti.

In un recente volume dal titolo La Costituzione raccontata ai bambini (Mondadori, Milano, 2017) ad esempio, la Sarfatti riesce a parlare ai più piccoli di repubblica e democrazia mettendo insieme gli articoli 1 e 12 della Costituzione, con la seguente filastrocca dal titolo L’Italia è una Repubblica democratica.

Due giugno quarantasei
il popolo italiano
vota per la repubblica
non vuole più un sovrano.
Vota il popolo intero
finalmente anche le donne
l’Italia repubblicana
è nata con le gonne.
Democrazia vuol dire
popolo che decide
che pensa, sceglie, elegge
chi sono le sue guide.
L’Italia da oggi unita
alza la sua bandiera
col bianco rosso e verde
ride alla primavera.

La Costituzione deve orientare il comportamento dei bambini fin da piccoli; è proprio a scuola che, mediante i rapporti con gli altri, si sperimenta l’uso delle regole, che coinvolgono diritti e doveri. Ecco allora che il concetto di democrazia si “adatta” alle attività scolastiche: un semplice testo in rima, nella pagina affiancata a quella della filastrocca precedente, fa capire che anche nel gruppo classe valgono le scelte effettuate dalla maggioranza:

Noi a scuola usiamo la votazione
per scegliere il gioco di ricreazione:

diciotto a sette, oggi corsa nei sacchi
e per quei sette domani gli scacchi.

È questione di regole, dunque, da rispettare per garantire la convivenza civile.

Generalmente alla scuola primaria si realizzano percorsi didattici sulle regole (relative alla pulizia e all’ordine dei propri oggetti e della propria classe, alle modalità per partecipare a una conversazione, all’uso di spazi comuni a tutta la scuola come la palestra, la biblioteca, il giardino ecc.).

Questi percorsi dovranno essere adesso potenziati e maggiormente articolati. Gli insegnanti potranno trovare in proposito stimoli teorici e operativi sul sito dell’Associazione sulle regole, fondata dall’ex magistrato Gherardo Colombo. In particolare, molteplici attività per la scuola primaria sono proposte a questo link.

Lo sviluppo sostenibile

Lo sviluppo sostenibile, con i temi che vi rientrano quali “l’educazione alla salute, la tutela dell’ambiente, il rispetto per gli animali e i beni comuni, la protezione civile” rappresenta il secondo pilastro dell’educazione civica.

Precisiamo che il concetto di sviluppo sostenibile fa riferimento, secondo una definizione condivisa a livello mondiale, a ciò che permette di soddisfare i bisogni del presente senza compromettere la capacità delle future generazioni di soddisfare i bisogni futuri.

Ricordiamo inoltre che l’Agenda 2030, adottata dai Paesi dell’ONU nel 2015, prevede un programma d’azione costituito da 17 Obiettivi tra loro collegati, che tutti gli Stati devono impegnarsi a realizzare per eliminare la povertà entro il 2030 e promuovere su scala globale la prosperità economica, lo sviluppo sociale e la protezione dell’ambiente.

Lavorare a scuola sullo sviluppo sostenibile non vuol dire soltanto conoscere ulteriori contenuti: l’UNESCO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura) ha ripetutamente affermato, nei vari documenti prodotti negli anni, che occorre aiutare bambini e ragazzi a diventare cittadini globali responsabili, preparandoli a perseguire lo sviluppo sostenibile.

Ciò vuol dire fare in modo che gli allievi sviluppino competenze di vario tipo, tra le quali acquistano notevole importanza le competenze trasversali, trasferibili in varie situazioni, come ad esempio il pensiero critico, la capacità di risolvere problemi, di gestire e risolvere conflitti.

Ecco allora che, scelto uno dei 17 Obiettivi dell’Agenda 2030, gli insegnanti potranno ipotizzare un percorso articolato che preveda obiettivi di apprendimento sul piano cognitivo, socio-emotivo, comportamentale; materiali quali testi (e/o video) su argomenti specifici, da leggere, ascoltare, capire, e su cui discutere e scrivere; specifiche strategie sul piano metodologico.

Cittadinanza digitale

In una società dell’informazione e della comunicazione qual è quella attuale, lo sviluppo di competenze digitali da parte degli allievi è molto importante, ma è altresì fondamentale un’educazione ai media e all’informazione per un uso responsabile del digitale.

Sin da piccoli i bambini hanno familiarità con il computer, giocano con la console, usano il tablet o lo smartphone: tutti gli strumenti digitali offrono loro molteplici possibilità. A scuola, poi, acquisiscono gradualmente le competenze digitali necessarie per studiare e apprendere.

Lambiente digitale espone però, come sappiamo, bambini e ragazzi a notevoli rischi (dalla violazione dei dati personali alle parole dell’odio, dai contenuti inappropriati di vario tipo al cyberbullismo, tanto per citarne alcuni). Da qui la necessità, per gli studenti piccoli e grandi, di imparare a utilizzare consapevolmente e responsabilmente i nuovi mezzi di comunicazione e gli strumenti digitali.

Ancora una volta viene chiamato in causa lo sviluppo del pensiero critico, per far sì che, con la gradualità necessaria, anche i bambini di scuola primaria possano imparare ad “analizzare, confrontare e valutare criticamente la credibilità e l’affidabilità delle fonti di dati, informazioni e contenuti digitali(art. 5 legge 92/2019).

Ma vengono chiamati in causa anche l’atteggiamento di rispetto nei confronti degli altri e il senso di responsabilità, per la pubblicazione di messaggi appropriati, con l’utilizzo di linguaggi e comportamenti adeguati sui social media o in rete.

Da dove cominciare

I nodi da sciogliere all’inizio del nuovo anno sono tanti: dall’orario di insegnamento dell’Educazione civica alla suddivisione dei compiti tra i docenti, dal ruolo del coordinatore alle modalità di valutazione…

Oltre alle questioni organizzative occorre però pensare al percorso curricolare. Suggeriamo, quindi, due letture.

A parte le poche pagine delle linee guida, reperibili sul sito del Ministero, consigliamo di leggere, o rileggere, le Indicazioni nazionali del 2012: la lettura sarà selettiva, per andare alla ricerca di elementi utili all’elaborazione di percorsi sull’educazione civica per la scuola primaria.

Dal testo si potranno trarre molteplici stimoli, sia nella parte generale in cui si parla di cittadinanza, sia in quella disciplinare.

L’attenzione dei lettori sarà attirata ad esempio, all’interno dell’Italiano, dalle abilità orali, e dalla necessità di abituare gli allievi ad ascoltare gli altri, a prendere la parola negli scambi comunicativi (dialogo, conversazione, discussione) rispettando i turni di parola, a cogliere in una discussione le posizioni espresse dai compagni ed esprimere la propria opinione su un argomento in modo chiaro e pertinente.

In storia si potrà individuare come elemento utile l’educazione al patrimonio culturale, che fornisce un contributo fondamentale alla cittadinanza attiva se i docenti si impegnano a far scoprire agli alunni il nesso tra le tracce e le conoscenze del passato, a far usare con metodo le fonti archeologiche, museali, iconiche, archivistiche, a far apprezzare il loro valore di beni culturali.

Alla stessa maniera, in Arte e immagine, si rifletterà su quanto viene detto, ai fini di una cittadinanza attiva e responsabile, sulla familiarità con immagini di qualità ed opere d’arte e sull’educazione alla salvaguardia e alla conservazione del patrimonio artistico e ambientale a partire dal territorio di appartenenza.
Rileggere le Indicazioni nazionali 2012 con “occhi nuovi” è, insomma, un buon modo per incominciare a pensare all’educazione civica del prossimo anno.

Un curricolo verticale per la scuola primaria

Ti serve un curricolo verticale per la scuola primaria? Ti consigliamo di leggere il nostro articolo: Educazione civica, il curricolo verticale per la scuola primaria.

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