Passato il tempo dei saluti, dei ricordi e dei ripassi, a scuola arrivano, inevitabili, le famigerate prove di verifica. Didatticamente sono indispensabili per monitorare i ritmi di apprendimento e focalizzare le esigenze dei nostri alunni. Come vivere l’errore con una prospettiva diversa?

Per anni abbiamo vissuto la correzione delle prove di verifica passando dallo sconforto alla rabbia, con per brevi e sporadici attimi di soddisfazione.
Diciamo la verità: a volte la notevole quantità di errori è davvero difficile da accettare per noi insegnanti.
E pure per gli alunni stessi, che prendono coscienza di ricordare molto meno di quanto loro stessi immaginassero.
Come trasformare questi problemi in un’opportunità? Ci siamo impegnate a trovare qualcosa di buono anche negli errori dei nostri alunni: a volte si tratta semplicemente di osservare le cose da un punto di vista diverso.
Di seguito il percorso che abbiamo sviluppato.
Dalle prove di verifica alle emozioni
Dopo che gli alunni e le alunne ci hanno restituito le verifiche, davanti a esercizi allegramente decorati da rosse correzioni, parliamo di emozioni. Le nominiamo, le confrontiamo e poi le associamo alle attività scolastiche, ai nostri errori e ai nostri ricordi.
Invitiamo tutti a recuperare il lessico, ovvero a trovare quelle parole che permettono di esprimere i propri pensieri e le proprie emozioni, per rendere tutto più semplice.
Successivamente fissiamo sul quaderno i nostri pensieri.
I bambini copiano parzialmente dalla digital board e poi completano autonomamente il testo con le loro considerazioni e in base alle loro esperienze personali.
Di seguito un esempio di testo scritto alla digital board.
HO FATTO UN ERRORE
In questi giorni, a scuola, abbiamo svolto parecchie prove d’ingresso. Durante l’autocorrezione, osservando i miei errori,
mi sono sentito/a ……….
perché ………. .
Secondo me, i miei errori sono spesso dovuti a:
- fretta
- non capisco la consegna
- non mi ricordo la risposta
- mi confondo
- sono indeciso/a
- non ho studiato
- distrazione
- non leggo attentamente.
Secondo me, rispetto ai miei compagni, commetto:
- più errori
- meno errori
- lo stesso numero di errori.
perché ………. .
Per chiudere il lavoro con una nota positiva, consegniamo agli alunni una matita con alcune scritte. Chiediamo di piegarla, tagliarla e incollarla.
A casa avranno il compito di colorarla a loro piacimento, di scegliere la frase che più li rappresenta e scriverla all’interno della matita stessa.

Il giorno successivo leggeranno ad alta voce i loro testi e la frase scelta in precedenza (non perdiamo occasione per spingerli a leggere la loro stessa calligrafia: la loro sperimentazione diretta è molto più efficace di tanti discorsi per esortarli a migliorare ordine e precisione).
Le frasi più “scelte” dalla nostra classe?
“I migliori non sono quelli che non fanno errori, ma quelli che continuano a provare”.
“Tutti fanno errori, è per questo che hanno messo la gomma sulla matita”.
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