Il blog di didattica per la scuola primaria
banner

Quale lingua per la lezione CLIL?

Le autrici de La GuidAgenda CLIL ci spiegano in modo dettagliato come impostare un’unità didattica CLIL. Alcuni spunti interessanti per presentare agli alunni di classe quarta una lezione CLIL di Geografia.

Strategia CLIL

Nell’articolo precedente avevamo cominciato ad analizzare la metodologia CLIL, partendo dall’identikit dell’insegnante e dai capisaldi delle quattro C da considerare nella stesura del lesson plan.

Indipendentemente dalla scelta della disciplina da proporre agli alunni, ricordiamo che la metodologia CLIL è improntata a una visione induttiva del processo di apprendimento. Ciò significa che gli alunni vengono coinvolti attivamente nella realizzazione della lezione e che la lingua e le sue regole vengono scoperte dagli studenti nel momento in cui le usano, invece di essere calate dall’alto sotto forma di vere e proprie lezioni di grammatica.

In questo articolo affronteremo in modo più dettagliato come impostare una lezione CLIL.

Per cominciare, l’insegnante avrà una chiara idea di quale unità didattica presentare agli alunni; per esempio, in Geografia, in classe quarta potrebbe essere “L’ambiente fluviale italiano”.

La scelta della lingua

Il passaggio successivo sarà quello di capire quale lingua serva agli studenti per affrontare l’argomento scelto. È superfluo spiegare l’importanza di questo momento: l’apprendimento segue dei ritmi che il docente non può forzare, se lo facesse, per esempio presentando l’argomento con un linguaggio troppo difficile per i discenti, provocherebbe un tale stato di scoraggiamento che potrebbe avere, come conseguenza, addirittura il blocco della lingua, o peggio ancora, il suo totale rifiuto.

Per evitare questo, l’insegnante deve mettere in atto strategie di supporto per facilitare l’apprendimento e la comunicazione, sia per quanto riguarda la lingua della disciplina – che chiameremo content-obligatory language, più semplicemente subject-specific language ovvero i vocaboli, le strutture e le funzioni proprie dei contenuti di quella disciplina – sia la lingua non specifica della disciplina, utile ma non essenziale per la trasmissione dei contenuti, che chiameremo content-compatible language, quella che, per fare un esempio, ci serve per parafrasare.

Tabella per lezione CLIL

Qualche esempio concreto

Una volta stabilito quale lingua gli alunni dovranno conoscere, è necessario che l’insegnante metta in atto quante più strategie specifiche possibili affinché essi possano apprenderla; bisognerà dunque presentare vocaboli e strutture prima di cominciare a parlare dell’argomento.

Vediamo un esempio concreto. Prima di affrontare la presentazione del fiume, l’insegnante potrà attaccare alla lavagna, con l’aiuto della gommina adesiva, una serie di immagini e chiederà agli alunni di indovinare quale sarà il tema della lezione, creando così nella classe curiosità, attenzione e motivazione.

Se l’insegnante desidererà capire quali conoscenze pregresse possiedano già i suoi alunni relativamente all’argomento da trattare, potrà coinvolgerli in un brainstorming e prenderà nota alla lavagna dei termini che i bambini diranno, traducendoli in inglese mentre vengono detti in italiano.

L’insegnante userà le pareti della classe per aiutare la memorizzazione dei termini specifici, attraverso l’esposizione di una molteplicità varia di materiali visivi (flash-cards, fotografie, cartoline, mappe…).

Alcuni suggerimenti pratici

Un’attività che si potrà attuare con gli alunni suddivisi in piccoli gruppi, è quella di scrivere alla lavagna la definizione di una parola (ad es. It is a bend of the river) e assegnare un punto al gruppo che indovinerà dando la risposta corretta (meander); avremo così trasformato in gioco un’esercitazione sul vocabolario specifico.

Sempre per aiutare il più possibile nella comprensione, l’insegnante non dovrà risparmiare sull’uso dei sinonimi e ripetizioni, dovrà parafrasare e utilizzare anche il linguaggio del corpo (nell’esempio riportato prima, accompagnerà il termine bend, mimando con la mano una curva).

In un secondo momento si potrà proporre un esercizio di abbinamento parole-definizioni, o di completamento di frasi con gaps, con richiesta di inserire le parole corrette negli spazi vuoti.

Condividi


Precedente:
Successivo:

Autore / autori


Articoli simili

Spazio alla parola
Spazio alla parola
Orti didattici
Orti didattici
Autostima a scuola
Autostima a scuola